Lisbona, dal fascino malinconico

Una delle capitali, se non la capitale più esotica d’Europa: terra di naviganti, strapazzata dai venti e baciata dal sole..tutto questo e molto altro è Lisbona! Nella mia vita, onestamente, ci è capitata per caso e sono serviti due viaggi per iniziare a capirla un po’. Nel primo ero giovane (nemmen più di tanto) e scema (certamente non più di adesso) ed invece che vedere le principali attrazioni, non so nè come nè perchè, ma riuscii a capitare in alcuni posti, che se ci ritornassi anche una terza volta, sono convinta non ritroverei più, nemmeno con l’ausilio “di’ lanternino”, tanto caro a noi toscani.

Lisbona, che quando splende il sole, esplode in tutta la sua bellezza..le sue case colorate, gli azulejos, le palme, il cielo azzurro e quel senso di pace e “lentezza” che generalmente si trova nelle città di mare, catturano la tua attenzione e t’invogliano ad addentrarti tra le sue stradine.

 

Anche qui, come a Roma, ci sono i 7 colli..e sì, a farli a piedi, sembrano tutto tranne che collinette, anzi, la loro pendenza si fa decisamente sentire sulle gambe..e allora? come ci si sposta da una parte all’altra della città senza impiegarci una giornata o farsi venire un coccolone? Semplice, per ovviare a questo problema, ci sono loro..i mitici..gli unici, i simboli della città…i famosissimi tram gialli..di cui il numero 28 è senza dubbio il più conosciuto.

Lisbona che ogni volta che una folata di vento, gonfia un lenzuolo bianco steso ad asciugare ad una finestra, lo spirito di un navigante riprende vita e quelle colline sembrano delle gigantesche onde, da affrontare a viso aperto.

Lisbona che è una continua sorpresa, ogni quartiere ha una sua anima ben definita e proprio per questo, è bello perdersi e girarla in stile: “va dove ti porta il cuore”. Senza togliere niente alle cose che non elencherò, il mio personale the best of è:

Tram 28 – Una corsa da 40 minuti circa, per sentirsi immersi in un’altra epoca. Questo tram ha il fascino delle cose antiche, un po’ stridenti e “sferraglianti”, di quelle cose che profumano di legno ed alle volte si muovono a singhiozzi.

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Ogni volta, mentre la scheggia gialla s’inerpica tra le ripide strade della città, devo trattenermi dall’istinto di mettere la testa fuori dal finestrino, per ammirare il panorama.

Castello di S.Jorge – Ho un debole per i castelli.. nessuno escluso,  perfino quelli che vanno immaginati, perchè nella realtà sono totalmente ridotti a ruderi.

Fortunatamente in questo caso non serve fantasticare su mura e bastioni dato che sono esattamente lì, al loro posto, ancora dominanti sulla città.

Il Castello è situato nella collina più alta, all’interno del caratteristico quartiere dell’Alfama, forse il vero cuore pulsante e malinconico dell’intera città.

Vie strette, palazzi decadenti e panni stesi alle finestre; angolini belli come fossero quadri, nonnine “a veglia” che fanno la calza, di fronte ad una finestra che ospita un vaso di gerani rossi, appoggiato sul davanzale. Tra un gatto che ti fissa, il sole che tinge le guance ed il vento che spettina i capelli, è facile trovarsi spersi tra queste viuzze.

Miradouro de Santa Luzia – Poco oltre il Duomo e prima di inerpicarci nelle stradine che conducono al Castello, ecco questo bellissimo punto panoramico.. all’ombra delle bounganvillee..ma che lo dico a fare…ecco il Miradouro in tutta la sua bellezza

Convento do Carmo – Da buona toscana, il colpo d’occhio mi fa sentire subito a casa, questa chiesa è la sorella della nostra Abbazia di San Galgano, di cui ne parlavo qui.

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Convento visto dal Castello

Anche in questo caso manca il tetto, ma questa volta nessuna dietrologia, niente romantiche leggende..solo un violento terremoto che ha scosso la città nella sua anima e niente fondi sufficienti per la sua ricostruzione della Chiesa.

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La parte “sana” dell’edificio ospita un interessantissimo museo in cui sono addirittura conservate due mummie peruviane ed una egizia, oltre ai numerosi monili ed urne funerarie varie.

Ginjinha Rubi – Un bar minuscolo, in cui trovano spazio solo: il barista, le botti e le bottiglie di Ginjinha (liquore a base di ciliegia). E’ una vera e propria istituzione,

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le persone si ritrovano qui per “cazzeggiare” un po’ in santa pace, bevendo uno bicchierino o due. Il locale si trova in centro città, vicinissima a Praça Dom Pedro ma più comunemente chiamata Rossio, come la stazione ferroviaria, che ha l’ingresso nella piazza, riconoscibilissima per il suo portale d’ingresso a forma di ferro di cavallo versione extra-lusso.

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Ingresso della stazione Rossio

 

Monastero Dos Jerònimos – Sembra ricamato da quanto è delicata questa struttura..è di una bellezza sopraffina.

Venne costruito per celebrare il ritorno del navigatore Vasco Da Gama, dopo la spedizione che portò alla scoperta della rotta per l’India. Leggenda vuole che l’attuale edificio sorga sopra una chiesetta, in cui Vasco ed il suo equipaggio trascorsero la notte pregando, prima della partenza per la felice spedizione. Al suo interno riposano le spoglie del grande Navigatore e del poeta Fernando Pessoa. Inoltre, vi è un chiostro veramente SPETTACOLARE, costruito con una pietra color ocra che, a contrasto dell’azzurro del cielo e del verde dell’erba, sembra prendere vita.

 

Antiga Confeitaria de Belém Casa Pasteis De BelemSi trova accanto al Monastero Dos Jerònimos e non è difficile riconoscerlo, soprattutto grazie alla coda che spesso capita di trovare lì di fronte, ma vale la pena farla! Eccome se ne vale la pena! Questa pasticceria produce Pastéis de Belém dal 1837..ad oggi ne sforna circa 15.000 al giorno! Tanto per citare il mio conterraneo Dante: “Lasciate ogni speranza, di mangiare un solo Pastéis, o voi che entrate”. Appena sfornati e con un po’ di cannella sopra, diventano una super-droga: uno ne tira un altro ed un altro ancora, fin quando non ti vedi costretta a comprare il cofanetto da asporto.. l’ultima volta ne ho riportati a casa una dozzina..non ho ritegno lo ammetto!

Padrão dos Descobrimentos o Monumento alle scoperte – Situato dall’altra parte della strada rispetto al Monastero Dos Jerònimos, sulla sponda del fiume Tago. Raffigurante una grande caravella, ovviamente capitanata da Enrico il Navigatore,

 

è un monumento celebrativo alla memoria del periodo in cui, la parola scoperta faceva rima con Portogallo. Tramite un ascensore, è’ possibile salire fino in sommità per ammirare un bellissimo panorama su questa parte di città, sul Monastero, il Ponte 25 de Abril ed ovviamente la mitica Torre. La cosa che più mi piace, a parte immaginare di essere un navigatore a bordo della caravella, è la rosa dei venti con all’interno un planisfero GIGANTE, che si trova alla base del monumento.

Questa grande decorazione è stata donata dalla nazione Sudafricana, a celebrazione del doppiaggio del Capo di Buona Speranza (di cui ne parlo qui) da parte dei navigatori Lusitani; infatti sul mosaico, è riportata la data ed il nome di tutti i territori toccati e scoperti dai Portoghesi.

Torre di Belem – Stesso discorso del Castello, quando vedo le fortificazioni, mi scatta l’innamoramento. Costruita attorno al 1500, originariamente questa torre, posta a difesa del porto cittadino, si trovava al centro del Tago; l’attuale posizione sulla riva invece, è dovuta ad un terremoto talmente violento da variare il letto del fiume stesso, e di conseguenza la morfologia della zona interessata.

Questa bellissimo edificio dal colore bianco è abbastanza piccolo, non ci sono tantissime cosa da vedere se non il grande terrazzo circondato da camminamenti, merlature e torrette ed una torre a 3 piani, ma praticamente monostanza. Compensa le sue ridotte dimensioni, con il grande fascino dei navigatori che salpati da questa piccola fortificazione, hanno sfidato: mari, venti e sorte, facendo del vessillo lusitano un motivo d’orgoglio e rendendo questo piccolo paese,uno dei più ricchi e potenti dell’epoca. Al tramonto, affacciati al balconcino, è facile sentirsi nostalgici dei tempi che furono e perdersi in quello struggimento gioioso/malinconico tipico dei portoghesi.

 

Statua del Cristo Rei – Si trova dall’altra parte del fiume, per raggiungerla occorre prendere il traghetto per  Cacilhas, che parte dal terminal Cais do Sodré e poi salire sull’autobus n°101, che in una ventina di minuti porta alla basa della statua. Questa copia in miniatura del Cristo Redentore di Rio de Janeiro, venne edificata come ringraziamento per non essere stati coinvolti nella Seconda Guerra Mondiale.

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Un ascensore conduce alla terrazza panoramica a 110 metri da terra e dalla quale si gode una vista spettacolare. Il fiume, le coloratissime case della città, i famosi 7 colli, il ponte 25 de Abril (copia in miniatura del Golden Gate di Frisco) ..tutto è ad i tuoi piedi; sopra di te c’è solo il busto del Cristo, con le sue grandi braccia tese.

 

 

 

 

 

 

 

 


27 risposte a "Lisbona, dal fascino malinconico"

  1. Tralasciando il fatto che, pur conoscendone il nome esatto, mi sono ostinata a leggere per ben tre volte Torre di BeleN, e infatti non capivo che cavolo c’azzeccasse Belen con Lisbona. Ecco, tralasciando questo, non riuscivo a immaginare Lisbona prima di questo post, non riuscivo a capire che sensazioni mi dava, un’immagine da tenere in mente. Sarà perché se ne parla davvero poco e perché l’immagine più frequente è quella del tram.

    Mi sono innamorata del Convento do Carmo, anche se è triste vederlo così. Deve esser stato uno spettacolo, prima del terremoto 😦

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    1. ehehe..BeleN a Lisbona penso ci faccia davvero poco ahaha. Grazie per i complimenti, mi hai fatto arrossire all’istante. Hai ragione, il Convento è veramente “impattante” ed è triste vederlo così, anche se credo che la sua attuale “condizione” si addica perfettamente al clima decadente della città.

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  2. Lisbona non è una città, è uno stato d’animo. L’ho girata quando avevo 16 anni, seguendo le orme di Fernando Pessoa. Un viaggio perfetto. E da allora tanta saudade, ma tornerò! Complimenti per il blog, ho appena chiamato Dario per info sul vintage tour che mi hai convinto a fare. 😉

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      1. E’ l’unica definizione (sintetica) possibile che ne riesco a dare, nata dalla domanda di un amico “ma che città è Lisbona”?
        Davvero farò il tour!! Ma secondo te ci si diverte anche in due? (leggevo della vostra particolare blogger reunion..)

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  3. Veramente bello! Ora voglio tornare a Lisbona…che purtroppo non ho avuto modo di conoscerla bene….devo includerla nella mia wishlist 2016!!! Grazie!

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      1. Sono convinta che Lisbona, sia una di quelle destinazioni dove puoi tornare infinite volte e non stanca mai! Dall’agosto scorso che ricevo tanti segnali, come anche trovare il tuo articolo, che mi dicono di tornare e…. 🙂

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