Trentatré, come quelli di Gesù, come i trentini che entrarono a Trento trotterellando, come il numero atomico dell’Arsenico ed il punto di ebollizione dell’Acqua, secondo Newton. Trentatré sono le vertebre della colonna, trentatré è quello che il medico ti chiede di dire mentre ti ausculta il torace, trentatré sono gli anni in cui il Re Davide ha regnato su Gerusalemme. E trentatré, dal 7 aprile, sono pure gli anni che l’anagrafe mi attribuisce.
Quindi, senza dubbio alcuno, posso procedere a cantare: Tanti auguri a me, tanti auguri a me, tanti auguri a Marghe, tanti auguri a meeeee.
E come festeggiare? O almeno, come iniziare a farlo? Beh, noi toscani avendo a disposizione una serie di attività/musei/panorami/città/borghi/ecc ecc, abbiamo l’imbarazzo della scelta, della serie che basta veramente chiudere gli occhi e puntare a caso il dito su una cartina, perchè sia comunque un successo.
Dal momento che la bella stagione sta iniziando, stavolta mi sono chiesta:
Quali sono i parchi più belli di Firenze?
Dove vanno i fiorentini alla Domenica?
La scelta è ricaduta su un posto famosissimo, di cui ho sempre sentito parlare ed ammirato in foto, ma mai visto di persona. Quindi, quale migliore occasione per festeggiare il
Compleanno a Villa Bardini
Premessa, noi siamo “fave” (=non troppo normali) e siamo arrivate un pochino tardino, così nella foga di arrivare al glicine, e siamo comunque arrivate quando ormai era quasi completamente in ombra, non ci siamo minimamente preoccupate di esplorare il giardino ed il risultato è che ci siamo perse anche le fontane e le grotte. Insomma questo glicine ci ha dato alla testa, l’abbiamo visto e non abbiamo capito più nulla, ma giuro che è una cosa talmente tanto magnetica che a confronto resistere alle morbide Fruit Joy diventa un gioco da ragazzi.
E vabbè dai, la prossima volta faremo assolutamente meglio!
Devi sapere che quando varchi la soglia della Villa, in realtà non stai per entrare nel giardino, no, tu stai entrando nella tavolozza di un pittore.
Tutto è delicato, disposto alla perfezione, ogni fiore si trova nel punto giusto, come le siepi e le statue.
E’ un posto così idilliaco, quasi fiabesco, ed il culmine di tutto questo vortice di meraviglia si trova nell’iperfotografato pergolato di glicine. Non è altro che un tunnel, lungo circa 100 metri, avvolto, ricoperto, sormontato, accerchiato da non so quante piante di glicine.

Questa cascata di grappoli, dalle mille sfumature del violetto, è uno spettacolo ammaliante che ti sbalordisce e ammutolisce.
Passare al suo interno è quasi un’esperienza mistica, perchè tutti i tuoi sensi vengono coinvolti
(forse il gusto un pochino meno degli altri…ma forse è), perfino l’udito vi regalerà delle gioie inaspettate dal momento che in questa collina i rumori della seppur vicinissima città, arrivano così ovattati che quasi ti scordi del suo traffico selvaggio, dei sorpassi azzardati e dello sciame dei motorini.
E come se tutto questo non fosse abbastanza spettacolare di suo, basta spostare appena appena lo sguardo, un po’ più in basso per rimanere vittima della sindrome di Stendhal (che non a caso è conosciuta anche come sindrome di Firenze, perchè proprio in questa città ha mietuto molte vittime): ecco lo skyline fiorentino.

Ma quali grattacieli, quali torri dalla fredda anima in vetro ed acciaio; i nostri capolavori sono realizzati con mattoni, marmo, pietre, ingegno e passione… e se consideriamo l’epoca in cui sono nati erano anche ultra avveniristici! Partendo da destra verso sinistra, troviamo nell’ordine: i 116 metri dell’edificio più alto di Firenze, la cupola dei record, la Cupola del Brunelleschi;
poco oltre i quasi 75 metri del Campanile di Giotto si pavoneggiano dei propri marmi, bianchi, rossi e verdi, che gli hanno valso il titolo di campanile più bello d’Italia; infine l’ultimo baluardo della piazza è rappresentato dai 95 metri della Torre di Arnolfo, conosciuta ai più come la torre merlata, che sta al centro della facciata di Palazzo Vecchio.
E credetemi, quando il sole si sofferma a baciare i tre simboli della città gigliata, non ce n’è per nessuno.
Questo giardino è di un’eleganza e semplicità spudorate, gli affacci verso la città sono qualcosa di vergognosamente stupendo; dal balcone che si trova proprio di fronte alla villa, hai il mondo ai tuoi piedi…
la Sinagoga, la Basilica di Santa Croce, il patchwork dei tetti, la Torre di San Niccolò, i ponti, il lungarno,
vabbè non parliamo della Cupola che spicca talmente tanto, che hai la sensazione che basti allungare un braccio per poterla toccare;
da questa posizione assolutamente privilegiata la vista non ha limiti, può correre da una parte all’altra a suo totale piacimento e basta alzare un pochino lo sguardo oltre il pergolato, per trovare le morbide colline, prima fra tutte l’altrettanto magnifica Fiesole, che sembrano fatte apposta per incorniciare Firenze.
Che te lo dico a fare che abbiamo fatto chiusura? A quel punto, volevamo anche provare a chiedere se potevamo “passare la grenata” (=spazzare), in modo da arrivare all’ora del tramonto per ammirarlo in questo luogo così magico e privilegiato.
Info utili su Villa Bardini:
Il giardino fa parte della “Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron” che si occupa del: restauro, valorizzazione, progettazione, gestione immobili, organizzazione di mostre, raccolte bibliografiche ecc ecc.. del Complesso Bardini e di Villa Peyron (a Fiesole).
Villa Bardini durante tutto l’anno dell’anno numerosissimi eventi quali visite, concerti, mostre, dibattiti, presentazioni ed è veramente il caso di dirlo: chi più ne ha, più ne metta.
Come arrivare a Villa Bardini:
L’ingresso dalla parte alta del giardino si trova in Costa San Giogio 2 (proprio vicino al Forte Belvedere, altro gioiello cittadino… e come si dice da queste parti, volendo, è possibile fare un viaggio e due servizi), mentre quello nella parte bassa è da Via dei Bardi 1 rosso, a due passi dal cuore pulsante del quartiere di San Niccolò.
Per avere maggiori informazioni sugli orari/prezzi/aperture straordinarie/mostre/eventi ecc. è possibile consultare il sito ufficiale bardinipeyron
Intanto ti faccio gli auguri con molto ritardo, vale ancora? 😛 Il lato positivo è che non li hai compiuti proprio a ridosso di Pasqua eh…fare 33 anni in questi giorni pare che non porti bene 😀 😀
E comunque hai festeggiato in un luogo che definire meraviglioso è un’offesa! Non lo conoscevo se passo di nuovo da Firenze non me lo faccio scappare! *_*
Ciao Marghe ti auguro buona Pasqua da fresca trentatreenne! 😉
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Ahahah vale ancora, tanto devo ancora finire di festeggiare ahahah. Guarda io l’avevo visto solamente in foto, ma non credevo che fossi così unico questo giardino…avessi visto la gente vestita in total white, avrei pensato d’essere in Paradiso. Se mai ricapiterai da queste parti sarò felice di portarti un po’ a zonzo per Firenze. Grazie mille e tantissimi auguri di buona Pasqua anche a te. Un abbraccio
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beh ma allora AUGURIIII 😀
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Grazie mille 😊😊😊😊
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Fin da quando ho visto la tua foto pubblicata sui social mi sono innamorata di questo scorcio di Firenze.
Peccato che non abbiate avuto tempo per visitare tutto il giardino, ma, diciamocelo, l’attrazione vera è proprio il glicine 🙂
Gli auguri di buon compleanno valgono ancora?
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Te lo giuro quei due mi hanno preso per una guardona, lo vedevo che si peritavano a darsi un bacio perché ero lì dietro..😂😂😂 grazie mille per gli auguri, certo che valgono ancora 😙
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Ma che spettacolo, talmente bello da sembrare un quadro! Io i glicini ho provato a farli crescere lungo la rete che delimita l’orto – molto meno poetico di Villa Bardini – ma è venuta fuori una schifezza di rami rinsecchiti e fiori tristi.
Complimenti per le foto e buon compleanno!
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Ahahaha anche te non hai il pollice verde, oppure il tuo glicine è nato disgraziato? Io ne ho uno bellissimo, rigogliosissimo ma soprattutto verdissimo, perchè me ne hanno venduto uno che non fiorisce! mannaggia! Grazie mille per gli auguri 🙂
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Ho il pollice verde solo con le stelle di Natale, che continuano a fiorire rigogliose tutto l’anno, ma per il resto ho il pollice nero che fa morire tutto!
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