Disavventure in viaggio: Chi parte per il primo dell’anno, speriamo che arrivi!

Disavventure in viaggio, cosa sono e come prevenirle.

/di·ṣav·ven·tù·ra/: “Fatto o situazione che inaspettatamente intervenga a vanificare una speranza o un progetto; contrattempo spiacevole; sfortuna, disgrazia.

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A chi non è mai capitato il disguido dell’ultimo momento; chi, di fronte alla strada principale chiusa, non ha mai dovuto imboccare quella deviazione che gli ha fatto  perdere il tanto agognato tramonto; chi non ha mai percorso quelle 6 ore anda e 6 ore rianda, per arrivare alla Valle dei Templi di Agrigento…. per trovarla in ristrutturazione, con tutte le colonne completamente ricoperte da teloni.

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Ecco, ultimamente, queste cose a noi capitano SEMPRE!

C’eravamo lasciati all’aeroporto di Pisa, quando stavamo per imbarcarci su un volo per Trapani che alla fine si è trasformato in un On the Road in Camargue, dal quale siamo tornate, quasi, spingendo la macchina. Dopo quello sono saltati alcuni progetti caraibici a base di 50 cl di rum, 10 cl di cola ed una fettina di lime; ed un viaggio in Israele, cancellato all’ultimo minuto per tutta una serie di ragioni collaterali.

Ci siamo forse arrese? Assolutamente NO! Dopo aver valutato che il nostro livello di stress era alle stelle, ci siamo chieste che cosa avrebbe potuto alleviare questa nostra situazione. La risposta è stata immediata: Terme – Slovenia!

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Dato che tutti i programmi ormai erano saltati e non avevano più vincoli aeroportuali, abbiamo strategicamente pensato ad una partenza intelligente, che ci permettesse sia di risparmiare qualcosa sugli alloggi che, soprattutto, non ci mettesse al centro di un’interminabile serpentone di vacanzieri bloccati da qualche parte nella tratta Firenze – Trieste.

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Partenza intelligente ho detto? Il primo gennaio alle ore 9 subito dopo colazione, vai agile che tanto non incontreremo nessuno.

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Mai presagio fu più funesto! Giusto il tempo di chiudere la porta di casa che ecco arrivare puntuale la nuvoletta dell’impiegato, a suggerirci che quelle quattro ore e rotte di viaggio sarebbero potute durare anche un qualcosina in più: sì, altre 22 circa!

E così, nonostante la giornata cupa, la pioggia battente, il gatto che non voleva saperne di togliersi da sotto le ruote, la benzina da fare e l’assenza di cd che permettessero di superare l’appennino senza il gracchio di sottofondo; tutte galvanizzate dalla nostra partenza intelligente ed orgogliose di questo 2018 iniziato viaggiando, quindi nel migliore dei modi, abbiamo pronunciato le fatidiche parole: Chi parte per il primo dell’anno, parte tutto l’anno”. Ecco, con il senno di poi, la frase corretta avrebbe dovuto essere: “Chi parte per il primo dell’anno, speriamo che arrivi”

Non c’era nessuno – in nessuna – stazione di servizio, da quando da Rovigo in poi abbiamo iniziato a fermarci in TUTTE, per cercare qualcuno che ci controllasse il tergicristallo, perchè quello dal lato del guidatore usciva lievemente dal vetro ogni volta che lo azionavamo.

Non c’era nessuno nell’ultimo distributore prima del confine, quando ci siamo fermate per valutare la gravità della situazione; e dove, grazie ad un paio di tutorial su Youtube su come cambiare – fai da te – il motore dei tergicristalli,  mi sono sentita di escludere la possibilità che il braccio metallico si staccasse dal suo alloggiamento e volasse via durante il tragitto.

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Non c’era nessuno nemmeno quando, una volta ripresa la marcia, il tergicristallo si è definitivamente aperto a 180° verso l’esterno dell’abitacolo e così è rimasto, finchè non ci siamo buttate nella corsia di emergenza ed io sono scesa per rimetterlo a posto.

Finalmente è arrivato qualcuno quando a distanza di 100 metri è successa la stessa cosa, sì, la polizia stradale!

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Ecco, MacGyver scansate che ci pensa il poliziotto. Ha tirato fuori il coltellino svizzero e tagliuzzando qui, togliendo lì, piegando di sotto, ha sentenziato: “Voi qui non potete continuare! Proseguite per altri 8 Km fino alla prossima uscita che è Sgonico, andando piano e rimanendo sempre in corsia di emergenza, noi  vi scorteremo”.

Scorta con luci lampeggianti accese, roba che una delegazione diplomatica. in visita ufficiale, a confronto sarebbe passata certamente più inosservata.

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Non c’è due senza tre, e così, dopo nemmeno un chilometro ecco che per la terza volta il tergicristallo decide di sbracciarsi completamente; a questo punto l’agente, forse anche un po’ stanco di prendersi l’acqua, ha pensato bene di toglierlo del tutto e farci continuare alla cieca, anzi alla subacquea  per i restanti 7 km circa.

E così che tra una risata ed un non ci voglio credere, siamo state scortate fino alla nostra personale Oasi, meglio conosciuta come area di sosta di Sgonico; che abbiamo poi scoperto essere la più transitata del Friuli Venezia Giulia e dintorni.

Tra il loro molto professionale “passami un cacciavite che finisco di smontare il tutto” ed il nostro molto interessato “ma che faranno i casting da queste parti, per avere dei poliziotti così discreti?!” purtroppo è arrivato il momento di salutarci, non prima però di aver ricevuto le coordinate esatte del punto in cui ci trovavamo, per poterle poi riferire al principe azzurro che di lì a poco sarebbe venuto a recuperarci, in groppa al suo fedele carro attrezzi.

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Spesso noi italiani ci lamentiamo un po’ per tutto, questa volta vorrei ringraziare questi due poliziotti che sono stati bravissimi, tempestivi e super efficienti nel toglierci da una situazione di pericolo, sia per noi che per gli altri, il tutto con il sorriso sulle labbra e la massima disponibilità. E bella presenza l’ho già detto? No perchè mi sembrava un punto abbastanza importante del discorso.

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Mano a mano che passavano i minuti, vedevamo sempre più svanire le possibilità di arrivare a Portorose in tempo per poter godere del massaggio prenotato al centro Wai Thai del nostro albergo. Ed infatti, sono bastati solo dieci minuti con Armando, il carrista, per far definitivamente naufragare tutte le speranze; appena caricata la macchina sul carro ci ha dato la mazzata finale, comunicandoci che per quel giorno non potevamo fare altro perchè, dal momento che il primo dell’anno le officine sono chiuse, non poteva sapere se il pezzo sarebbe stato disponibile oppure no – partenza intelligente la chiamavamo – . E così l’unica cosa da fare era mettersi l’animo in pace, trovare un albergo per quella sera ed aspettare il mattino seguente per decidere in che modo proseguire.

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Quella sera, argomento interessante…. dove avremmo dormito quella sera? Esattamente ignoro quanti alberghi abbia Monfalcone, so solo che dopo 30 minuti che giravamo, non ne avevamo trovato neanche uno aperto. Per telefono sentivamo la signorina dell’assicurazione picchiettare sulla tastiera e comporre numeri telefonici, con la stessa impazienza e speranza, con cui si cerca di aprire la cassaforte all’ultimo tentativo prima che si blocchi; avrà fatto 100 telefonate, tutte a vuoto. Irreale.

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Era una situazione tragicomica quella in cui questo pover’uomo si affannava a contattare amici/parenti/congiunti/familiari/animali domestici, nella speranza che qualcuno trovasse una soluzione geniale per quella notte, o almeno che gli dicesse: “portale da noi che abbiamo uno strapuntino in cui farle dormire”.

Ma finalmente ecco l’assicuratrice che con voce squillante ci dice di recarci all’albergo La Sirenetta, che di li a poco sarebbero venuti ad aprire, appositamente per noi.

Non male come primo dell’anno no? Scortate dalla polizia ed alloggiate in un posto aperto solo per noi. Questi disguidi che sfociano nel Vippismo, potrebbero anche iniziare a piacermi…

E così abbiamo conosciuto la madre della proprietaria, che con grandi sorrisi e molta gentilezza ci ha immediatamente accolte nella loro struttura: per prima cosa ha creato il giusto ambient, aprendo gli avvolgibili per far entrare un po’ di luce ( – da leggere con intonazione alla Fantozzi – camera con vista capannoni, ore 17:30, buio pesto, pioggia a catinelle); poi si è informata su chi fossimo

  • Siete sorelle?
  • No;
  • Però siete amiche!
  • Eh si;
  • Brave!!

Ed infine, si è raccomandata che, dal momento che eravamo in due, utilizzassimo solamente due dei tre letti presenti nella stanza. Quel che è giusto è giusto. Signora, io un po’ la prendo in giro come faccio con tutto e tutti, ma le sarò eternamente grata per avermi aperto le porte del suo albergo.

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Zona industriale, notte buia e tempestosa, solamente noi e la signora all’interno dello stabile, porta d’ingresso che cigola e rimane sempre aperta, nessuna possibilità di spostamento o meta in cui approdare ed il gatto mannaro pronto a farci gli agguati per poi sparire tra le ombre; insomma, gli ingredienti per finire la serata nel migliore dei mondi c’erano tutti.

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Ed invece la nostra buona stella ha voluto che questo albergo si trovasse proprio di fronte al multisala ed alla sua pizzeria… perchè quindi non pronunciare nuovamente quella frase? Chi mangia la pizza per il primo dell’anno….. si troverà a dieta per l’ultimo dell’anno!

Due Gennaio: il giorno dell’attesa.

Una mattinata spesa con il telefono in mano, aspettando la telefonata di Armando per sapere come-quando-dove-perchè saremmo finalmente riuscite a ripartire.

Ore 11 circa ecco finalmente, le parole che tanto volevamo sentire: La macchina è pronta, preparatevi che vi vengo a prendere.

Non solo era quasi più contento di noi, per averci restituito il bolide perfettamente funzionante (facendo i dovuti scongiuri), ma ci ha persino portate di fronte ad i cantieri navali per mostrarci come avviene la costruzione delle grandi navi da crociera, com’è la catena di montaggio, dove arrivano le ciminiere, a cosa servono i vari macchinari, ecc.

E così sbrigata la parte burocratica, a 24 ore di distanza, ci siamo ritrovate esattamente nello stesso identico punto in cui il nostro viaggio si era interrotto il giorno prima. Nel ripercorrere quei chilometri, abbiamo avuto come l’impressione di essere uscite dalla macchina del tempo che ci aveva spedite in una dimensione parallela, in un limbo fatto di problemi (tutti assolutamente risolvibili), ma soprattutto pieno di persone dal cuore d’oro e tanta gentilezza.

All’inizio del post, mi sono chiesta come si sopravvive alle disavventure in viaggio; la nostra ricetta (in questo caso) è stata il sorriso, il buonumore, la fiducia nel prossimo ed il pensare che non tutto il male vien per nuocere.

Ed un massaggio Wai Thai con cena in camera a seguire, non appena ne abbiamo avuto la possibilità.

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16 risposte a "Disavventure in viaggio: Chi parte per il primo dell’anno, speriamo che arrivi!"

  1. Hahahah ma questa è la sceneggiatura perfetta per il prossimo film di Aldo Giovanni e Giacomo 😛 Non male come inizio anno pensa che io al preciso scattare della mezzanotte ho acquistato una pizzetta sul lungomare tanto che il tizio alla cassa mi ha dato la mano dicendomi “COMPLIMENTI PROPRIO”! 😀
    No ma ora mi hai messo una curiosità pazzesca su Sgonico, tra l’altro sembra proprio la località di villeggiatura perfetta per la suddetta sceneggiatura! Hahaha ma dove diavolo si trova mai sentita hahaha! 😀 Non me ne vogliano gli Sgonici/Sgonicesi! Armando for President 😉
    Un abbraccio!

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    1. Ahahaha si, effettivamente il loro tocco avrebbe resto ancora più spassosa questa “avventura”. Ti giuro che è stata totalmente irreale, in cui gli intoppi spuntavano fuori come funghi. La tizia dell’assicurazione che non si capacitava come potesse essere tutto chiuso, Armando che girava come un pazzo, noi che ridevamo tipo galline sceme. Ma sai che tra Sgonico e Monfalcone c’è pure una cittadina che si chiama Prosecco? Potremmo organizzare un blog tour da quelle parti, secondo me ci sarebbe da vederne delle belle… Un abbraccione anche a te

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  2. Marghe, ma posso dirti che sei più sfigata di me? Te lo dico con affetto, eh 😘
    Nove volte su dieci quando decido di andare in un posto capita qualche sciagura che mi impedisce di partire: per esempio se il vulcano islandese si è risvegliato dopo secoli di inattività è colpa mia perché dopo anni finalmente ero riuscita a prenotare un viaggio a Berlino. Che poi ho cancellato perché tutti i voli erano stati annullati, pure quello per Charleston la settimana dopo.
    E Israele un paio di anni fa, che anche io ho dovuto cancellare per una serie di eventi collaterali.
    Forse potremmo partire insieme per Lourdes e farci benedire? Non oso però immaginare cosa potrebbe succedere dall’Italia fino a Lourdes 😱

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    1. Ahahahah puoi assolutamente dirlo! Però vedo che anche te non scherzi…e considerando la tua voglia d’Islanda ed i suoi vulcani super attivissimi…farete scintille ahahah. In questo 2017 ho raggiunto il record: volevo andare in Messico, c’è stato il terremoto; Ho nominato Cuba, ed eccoti l’uragano; Birmania, è in corso la pulizia etnica; Israele, altre ragioni; Trapani, non è partito l’aereo; sono andata in Camargue, si è guastata la macchina…. sono partita per la Slovenia e guarda che è successo….! Senti, quando andiamo a Lourdes? Però prima avvisiamo, almeno la gente può disdire prima di trovarsi con noi. Ahahahaha un abbraccione

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  3. No scusa Marghe, ma io sto con le lacrime agli occhi a pensare a voi due scortate dai Chips di Sgonico! Sono morta sulla foto meanwhile a dodici centimetri 😂😂😂 Dovresti racchiuderle in un libro queste sfighe di viaggio, le trovo esilaranti ma solo perché sei brava tu a renderle tali, non perché giosca della sfortuna altrui…sono perfida ma fino a un certo punto😉
    Un abbraccio Margherita 😘

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    1. Ahahahaha te lo giuro la scena più bella della storia. Ma poi io ti avrei fatto vedere che Chips che erano…roba che i tronisti di Maria (ammesso che esistano ancora) a confronto sono delle ciabatte. E la signora, quando ci ha detto usate solo 2 letti, lo ha fatto con una faccia che non so come sia stato possibile che non le sia scoppiata a ridere in faccia. Oddio, si dovrei riportare tutte le mie gesta in un libro, ho troppo “una vita scherzo”. Un abbraccione

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  4. Super! Che avventura “pulp”… e che fortuna nella sfortuna a trovare queste persone così gentili e così disponibili…

    Bene, dopo questo inizio d’anno, direi che niente vi può più fermare, no?!?

    Ma alla fine com’è andata la vacanza?

    Elena

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    1. Si, non avevo mai incontrato tante persone così tanto gentile, tutte insieme; per fortuna è stato veramente un susseguirsi. La vacanza poi è andata benissimo, quello che ho visto della Slovenia mi è piaciuto tantissimo… il lago di Bled ed il castello di Predjama mi hanno letteralmente conquistata..

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      1. Ottimo a sapersi… sono molto attirata da Lubiana ma mi piacerebbe dedicare qualche giorno in più per vedere anche altre cose…. magari arrivandoci in auto e facendo un paio di giorni alle terme…

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      2. Io sono arrivata a Portorose (la vicina Pirano è veramente un gioiellino) e lì ho preso l’albergo con terme….una goduria! Lubiana è molto, molto bella…io l’ho trovata glaciale come temperatura, ma questo è oggettivamente un problema mio..

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  5. Beh direi che la frase “gli imprevisti non solo fanno parte del viaggio, ma sono il viaggio stesso” in questo caso è perfetta!! 😂😂
    A parte tutto, avete testato di persona la gentilezza degli sloveni e vissuto qualcosa da ricordare e raccontare con il sorriso e con un po’ di nostalgia, secondo me! Sono quelle avventure che legano le amicizie ancora di più! 😉

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