Tre giorni in Sicilia, impressioni a caldo

Senza dubbio questo è stato uno dei viaggi più disorganizzati, improvvisati e dal carico d’indecisione più elevato della storia.

Dopo un inseguimento durato anni, in cui anche la Ryanair si è divertita a boicottarmi  cancellandomi un volo per Trapani causa nebbia (quando la nebbia era già 3 ore che non c’era più), ecco che finalmente sono riuscita a toccare nuovamente la meravigliosa terra Siciliana.

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Dire che tre giorni siano stati pochi è assolutamente riduttivo. Mare, cultura, città d’arte, paesaggi…e chi più ne ha più ne metta, pancia mia fatti capanna ed ovviamente non ci sono più le mezze stagioni.

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Come sono stati questi giorni? Come una boccata d’aria fresca, nonostante le temperature fossero già tendenti al mi faccio un ovino al tegamino sul cofano della macchina.

Che l’aria è diversa lo senti non appena inizi a scendere le scalette dell’aerereo, con quel vento caldo che ti avvolge ed il profumo delle ginestre, degli alberi ed anche le pale dei fichi d’india arrivano a riempirti i polmoni.

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La Sicilia poi, è un’esplosione di luce.

Luce che ti obbliga a mettere gli occhiali da sole anche alle 8 di mattina; che spazza via la polvere di dosso di un inverno, per me, troppo lungo; che rimbalza sulle facciate chiare degli edifici e sui muretti a secco…pensa che anche le strade sembrano lastricate di luce.

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Luce che a forza trova un modo per infiltrarsi anche nelle vie buie, dove le case sono addossate ed i terrazzi quasi si baciano. Ecco, il sole contrariamente ad ogni regola della fisica spedisce i suoi raggi anche lì, dove le leggi del mondo vorrebbero che l’ombra la facesse da padrona.

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In Sicilia ci sono città ESAGERATE

Alcune sono rimaste alle cartoline “Saluti dalla Sicilia” dove il mondo sembra essersi fermato agli anni 50: Ed allora rieccoti spuntare gli anziani che vanno veglia e che ti guardano con un misto tra curiosità e sospetto; per fare una telefonata ti viene da rufolarti in tasca per cercare i gettoni per la cabina telefonica ed il fornaio che distribuisce pane, profumo di buono e pettegolezzo è ancora il centro del mondo.

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Altre invece sembrano costruite una in collo all’altra quasi a voler idealmente abbracciare la grande Chiesa le cui cupole spezzano la regolarità dei tetti quasi inesistenti.

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Puoi trovare centri storici in cui le vie sembrano cunicoli scavati nella roccia ed è tutto un continuo sali scendi in cerca di cioccolato e dello scorcio perfetto. Se uno si divertisse a srotolare il filo di Arianna durante il suo vagare chissà che trama che ne uscirebbe e quanti incroci che si verrebbero a creare.

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E poi ci sono isole talmente tanto belle che non puoi far altro che pensare che se ogni città avesse una piccola Ortigia al suo interno, forse il mondo sarebbe veramente tutto più bello.

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Un intrico unico di vie che s’incrociano, si cercano, si lasciano e si riprendono a qualche isolato di distanza.

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Un posto dove il filo conduttore è il mare con i suoi scorci,  suoni e profumi.

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Una città che alterna palazzi belli ed impeccabili ad altri, le cui facciate scrostate gli donano un fascino tipico, caratteristico di un barocco malandato, attempato sgarrupato e decadente, un fascino unico.

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In Sicilia puoi percorrere autostrade inesistenti

oppure perderti per strade secondarie, a volte poco più che mulattiere, dove i muretti a secco ti accompagnano come i cipressi che van da San Guido in duplice filar.

E con la loro semplice perfezione fanno da porta d’accesso al magico mondo di palme, arbusti, sterpaglie e piante incolte a protezione di vecchi casali.

La Sicilia vive ancora delle sue storie, di leggende che provengono da lontano, aldilà del mare;

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storie moresche con cui non condiviamo nè la lingua nè il colore della pelle, ma con cui abbiamo in comune la passione per la fede.

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In Sicilia si diventa amici di tutti: della persona che ti chiede di scattargli una foto e poi finisci per farcela insieme, della persona seduta al bar che ti indica la strada per l’albergo e poi lo ritrovi la sera a cena al tavolo di fianco, del barista che ti indica il miglior parcheggio della zona (lasciala dove ti pare) e della vigilessa che vedendoti impanicata, nel mezzo al traffico della festa del paese, decide di farti parcheggiare in un mezzo posticino all’interno della zona chiusa al transito.

La Sicilia ha veramente tanti problemi e lati oscuri che spesso non possiamo nè conoscere nè comprendere, ma al tempo stesso ha delle qualità che la rendono una ragione unica. Un luogo talmente spettacolare che potrebbe quasi fare a meno del sole da tanto risplende di luce propria… e Dio solo sa quanto da quanto sole è baciata la Sicilia.

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10 risposte a "Tre giorni in Sicilia, impressioni a caldo"

  1. E ma scusa però…e “si stava meglio quando si stava peggio” perché non l’hai citato che ci stava alla grande!? 😀
    Ma fantastiche le parole che ti ha tirato fuori questo viaggio negli anni ’50! Dico davvero Marghe, lo voglio fare anch’io un viaggio con questo mood! E la vigilessa! Dio la vigilessa era santa Rosalia in divisa *__* che quando mai quelle ti fanno una grazia simile! Ma dove sei stata per la precisione a parte Modica? Hai fotografato posticini pazzeschi! Hahahahah ma i casellanti latitanti?! 😀 A proposito di Modica…che mi dici del cioccolato? 😛

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    1. Ahahaha hai ragioneeee, si stava decisamente meglio quando si stava peggio! Che omissione la mia! Allora la scena della vigilessa è stata incredibile, dopo 1 ora che giravamo tra quelle cavolo di vie, a 2 all’ora, senza la minima speranza di trovare un parcheggio nel giro di 3 ore, eccoti la vigila. Io scendo chiedendo info e spiegando che il mio albergo è in centrissimo e poi con non so quale faccia le chiedo: scusi, ma non è che posso parcheggiare in questo mezzo posticino (l’altro mezzo era sopra le strisce)? E lei: Ma certo, dov’è il problema! Vieni che ti tolgo la transenna. Immagina la mia faccia inebetita e lo sguardo di odio di tutte le altre macchine. Mi sono sentita una divinità! Senti, siamo state a Scicli che è DE-LI-ZIO-SA! Poi a Modica, Ortigia (Siracusa) ed infine a Ragusa Ibla. Credimi, una città più esagerata dell’altra! Eh…del cioccolato ti dico che a me non fa impazzire, ma quello di Modica me lo sarei fatto volentieri anche per endovena!

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  2. Quindi hai saldato il tuo conto in sospeso con la Sicilia! Io ci sono stata una volta sola anni fa in gita al liceo, e ne ho un ricordo di un posto dove il tempo si è fermato, proprio come nella tua descrizione. Purtroppo non ricordo quasi nulla del cibo perché come in ogni gita scolastica che si rispetti, si mangiava in self service di dubbia qualità… Invece la tua foto racconta tutta un’altra storia 😍

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    1. Ho saldato eccome! Ed ho già in programma altri 2 viaggi nei prossimi 3 mesi, è stato amore a prima vista! Eh, il cibo… dire che è divino è riduttivo. Vorrei avere le parole per descriverlo, ma onestamente è la prima volta che mi trovo di fronte ad una goduria costante e continua in questo modo. Devi tornare in Sicilia! DEVI!

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  3. Ritratto superlativo Marghe!! Non potrei essere più d’accordo su Ortigia ovviamente e sul fatto che alcuni scorci sembrano proprio uscire dagli anni ’50!! Hai ragione sai, la Sicilia sembra lastricata di luce… mò pure poetessa mi sei diventata!! 😉 Un bacione Marghe, e complimenti per le foto…💟

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  4. Ti confesso che leggendo delle mia Amata/Odiata Sicilia mi è scesa una lacrima di nostalgia. Non torno a casa da mesi e vedendo queste foto è stato come esser di nuovo lì, seppur per un breve momento. La Sicilia è una regione che non si può spiegare, devi vederla per capirla! Tre giorni non sono abbastanza, ci sono così tante cose che meritano di essere viste, spero che tu possa tornarci presto 🙂

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    1. Non sai quanto possa farmi piacere quello che hai detto, sei la svolta della giornata. La Sicilia è un luogo che io amo particolarmente ed onestamente credo che avrebbe tutte le potenzialità per essere la più bella ed importante regione d’Italia, perchè il patrimonio storico, artistico, paesaggistico ecc che avete voi, non ce l’ha nessuno.

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  5. A proposito di vigili e vigilesse… ti racconto la mia esperienza vissuta a Mazara del Vallo. Parcheggio l’auto ed eccoti appalesare un vigile. Già pronti a dover giustificare l’improvvisato parcheggio, ecco che il vigile si avvicina chiedendoci se eravamo turisti (zaino in spalla, reflex al collo, libro turistico in mano… che altro potevamo essere?). Il vigile, colto da un improvviso sussulto, entra in macchina e prende una massa indistinta di carte, mappe e depliant. E ce li porge dandoci tutte le indicazioni turstiche del caso, suggerendoci percorsi, musei e chiese da visitare. Bravissimo e preparato. Un’accoglienza così calda e…. istituzionale non ci era mai capitata!!!

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